Quaremma 2, 2017

Stampa fine art giclée, 43,3 x  58,5 cm

carta Fowa Edward, Velvet 305 gr

certificazione fogra 29113 DIN EN ISO 9706

L’artista nella sua recente ricerca si concentra sulla “maschera”, tematica tradotta in lavori fotografici e installazioni che rielaborano immagini, storia e tradizione del folklore delle celebrazioni sacre lucane della festa di Sant’Antonio Abate e di quelle “profane” del Carnevale (tra cui quelle di Tricarico e Satriano di Lucania), dove i festeggiamenti – differenti per dinamiche e motivazioni – hanno un elemento caratteristico in comune, la maschera appunto, percepita come l’indicatore di ciò che è racchiuso nelle profondità della psiche umana.

 

QUAREMMA (La Quaresima)

Satriano di Lucania (PZ)

 

 

Coperta da un manto nero di stoffa o (più raramente) cotone, porta sul capo una culla che contiene al suo interno il proprio figlio concepito durante il periodo del Carnevale, di cui però non si conosce il padre. Secondo la leggenda, il piccolo rappresenta il carnevale ormai finito. Questa figura, interpretata sia da maschi che da femmine, manifesta compiutamente la dura realtà che si trovavano ad affrontare le signore dei tempi passati e che erano solite portare secchi o giare sulla propria testa, con solo una pezza che li manteneva.

A differenza dell’orso e del romita, la figura della quaresima è piuttosto statica: procede lungo le vie del paese con passo lento e malinconico, senza accenno di cambiamento, può ritenersi questa la principale caratteristica del personaggio.

Di particolare nota la versione dove le Quaresime portano i figli del carnevale ormai finito consapevoli che tutta la comunità insieme ai frutti della primavera le aiuteranno a crescere quei bambini. Suggestivi i movimenti del Capo Quaresime quando si immedesima nella parte della levatrice e aiuta le altre a partorire nelle stradine del paese