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La maschera di Pirandello si fa arte e letteratura in questo libro che riguarda tutti noi
Masquerade. L’universo dietro la maschera è il titolo del libro di Maria Grazia Carriero e Nicola Zito, edito dalla casa editrice Progedit, con prefazione a cura di Vincenzo Spera. Un lavoro che offre una prospettiva particolare sulla tematica della maschera come motivo simbolico e iconografico dalle radici ancestrali, ma anche come pratica culturale che viene costantemente processata e risemantizzata nel corso della storia, e di cui, i riti legati al carnevale in area lucana rappresentano una delle manifestazioni più significative.
Nell’affascinante universo dedicato alla maschera e al carnevale raccontato in questo lavoro confluiscono le esperienze di ricerca etnografica, antropologica, e storico-artistica, di Maria Grazia Carriero, artista e docente di Discipline pittoriche, e Nicola Zito, storico dell’arte, curatore, e dottore di ricerca dell’Università degli Studi di Bari.
Masquerade. L’universo dietro la maschera is the title of a book by Maria Grazia Carriero and Nicola Zito, published Progedit with a preface by Vincenzo Spera. A work that shows a particular perspective on the theme of the mask as a symbolic and iconographic motif with ancestral roots, but also as a cultural practice that is constantly processed and re-semantized throughout history, and of which the rites linked to carnival in the Lucan area is one of the most significant expressions.
In the fascinating universe dedicated to the mask and the carnival recounted in this work, the ethnographic, anthropological, and historical-artistic research experiences of Maria Grazia Carriero, artist and teacher of pictorial disciplines, and Nicola Zito, art historian, curator and Ph.D. at the University of Bari.
Si tratta di due prospettive differenti ma complementari che consentono di creare una continuità tra il passato e le radici simbolico-rituali dell’oggetto/maschera, passando attraverso un’analisi delle esperienze e sperimentazioni artistiche dell’arte moderna e contemporanea legate a questo motivo, ricongiungendosi al presente, dove si riscontra una persistenza risemantizzata di tali pratiche.
E se la maschera non è più una chiave di accesso a un’alterità arcana, misteriosa e rituale, fatta di forze che agiscono nell’universo, determinando la stessa sussistenza delle comunità agro-pastorali delle origini, oggi tale fenomeno assume altre connotazioni, certamente distanti dalla funzione propiziatoria e celebrativa, mantenendo però intatta la carica espressiva che la contraddistingue. In altre parole, la maschera si confronta con un’alterità specifica, quella di una dimensione fortemente globalizzata, nata dallo scioglimento graduale di quei legami archetipici con i ritmi e passaggi naturali, che attraverso la reiterazione del motivo, tenta di rinsaldare il senso di appartenenza alla comunità. Come sottolineato all’interno della pubblicazione, “ne vengono conservata la forma e l’aspetto oggettuale, ma non più il suo significato culturale, simbolicamente reale e concreto”. Oggi il mascheramento è parte di un rito partecipativo che riguarda la comunità, una messa in scena in cui anche il suono, e gli elementi ritmici e caotici che ne determinano il soundscape, sono parte integrante della sua lettura.

Maria Grazia Carriero, Self Portrait with #B, 2019
And if the mask is no longer a key to access an arcane, mysterious and ritual “otherness”, made up of energies acting in the universe, influencing the existence of the agro-pastoral communities of the origins, today this phenomenon takes on other connotations, far from the propitiatory and celebratory function, yet preserving the characteristic expressive value. In other words, the mask is confronted with a specific otherness, that of a highly globalized dimension, born from the gradual dissolution of those archetypal connections with natural rhythms and passages, which through the reiteration of the motif, tries to strengthen the sense of belonging to the community. As underlined in the publication, “its object form and aspect are preserved, but no longer its cultural, symbolically real and concrete meaning”. Today, masking is part of a participatory rite that involves the community, a staging in which sound, and the rhythmic and chaotic elements that determine the soundscape, are an integral part of its interpretation.
Tutte queste risonanze e suggestioni vengono inglobate nella produzione artistica di Maria Grazia Carriero che aggiunge nella sezione dedicata ai progetti Waiting, Person Lucky Charm, Hunting Evil, un racconto in prima persona della scoperta e incontro con questi personaggi/maschere, ma anche dettagli legati all’allestimento dei lavori negli spazi espositivi.
Personaggi come il Rumita, Toro e Mucca, la Quaremma, il Portafortuna, legati alla dimensione lucana, ma anche l’elemento simbolico del corno, trovano all’interno della produzione di Maria Grazia Carriero una continuità interessante ed elegantemente perturbante, apparendo filtrati dalla sensibilità dell’artista che integra sul piano della creazione artistica questi elementi cultu(r)ali, estraendoli dall’universo delle suggestioni arcaiche, per approdare a risultati complessi sospesi tra riflessione antropologica ed visione estetica.
All these resonances and suggestions are incorporated in the artistic production of Maria Grazia Carriero who adds in the section dedicated to the Waiting, Person Lucky Charm, Hunting Evil projects, a first-person narration of the details on her encounter with these characters / masks but also data related to the setting-up of the works in the exhibition spaces.
Figures such as the Rumita, Toro and Mucca, the Quaremma, the Lucky Charm, linked to the Lucanian dimension, but also the symbolic element of the horn, find within the production of Maria Grazia Carriero an interesting and elegantly disturbing continuity, appearing filtered by the sensitivity of the artist who integrates these cultu(r)al elements on the level of artistic creation, extracting them from the chthonic universe of archaic suggestions, to arrive at complex results suspended between anthropological reflection and aesthetic vision.

Maria Grazia Carriero. Hunting Evil, installation view at Spazio Microba, Bari 2019